Neonisidina 12 Compresse

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Neonisidina è un medicinale da utilizzare nel trattamento sintomatico di mal di testa, nevralgie, mal di denti, dolori mestruali, dolori articolari, stati febbrili e sindromi da raffreddamento.

Composizione
Per ogni compressa: Principi attivi: acido acetilsalicilico 250 mg, paracetamolo 200 mg, caffeina 25 mg.

CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
I prodotti a base di paracetamolo sono controindicati nei pazienti con manifesta insufficienza della glucosio-6-fosfato deidrogenasi ed in quelli affetti da grave anemia emolitica.
Grave insufficienza epato cellulare.
Il farmaco non dovrebbe essere usata in caso di ulcera gast rica o duodenale attiva, in pazienti con tendenza accertata alle emorragie (p. es. emofilia) o che presentino ipersensibilita' ai salicilati o al paracetamolo o ad altri componenti del prodotto.
Pazienti asmatici. L'uso di questo medicinale e' controindicato nei bambini e nei rag azzi di eta' inferiore a sedici anni.
Per il rischio di sindrome di Reye, il prodotto non dovrebbe comunque essere usato nei bambini e negli adolescenti colpiti da varicella o da influenza.
Per la presenza di caffeina, non somministrare ai bambini e ai ragazzi di eta' inferiore a sedici anni.
Basse dosi di acido acetilsalicilico (fino a 100 mg/die) .
Gli studi clinici indicano che le dosi fino a 100 mg/die possono ess ere considerate sicure limitatamente ad un impiego in ambito ostetrico , che richiede un monitoraggio specialistico.
Dosi di 100-500 mg/die di acido acetilsalicilico.
Ci sono insufficienti dati clinici relativi all'uso di dosi superiori a 100 mg/die fino a 500 mg/die.
Quindi, le raccomandazioni di seguito riportate per le dosi di 500 mg/die ed oltre si applicano anche a questo range di dosaggio.
Dosi di 500 mg/die e o ltre di acido acetilsalicilico.
L'inibizione della sintesi di prostagl andine puo' interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo em brio/fetale.
Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumenta to rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dop o l'uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine, nelle prime fasi di gravidanza.
Il rischio assoluto di malformazioni cardiache e ra aumentato da meno dell'1%, fino a circa l'1,5%.
E' stato stimato che il rischio aumenta con la dose e la durata della terapia.
Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post-impianto e di mortalita' embrione-fetale.
Inoltre, un aumento di incidenza d i varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, e' stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi de lle prostaglandine, durante il periodo organogenetico.
Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, l'acido acetilsalicilico non deve essere somministrato se non in casi strettamente necessari.
Se l' acido acetilsalicilico e' usato da una donna in attesa di concepimento, o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere mantenute le piu' basse possibili.
Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della si ntesi di prostaglandine possono esporre il feto a: tossicita' cardiopo lmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione pol monare); disfunzione renale, che puo' progredire in insufficienza rena le con oligo-idroamnios; la madre e il neonato, alla fine della gravid anza, a: possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, ed effetto antiaggregante che puo' occorrere anche a dosi molto basse; inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio.
Conseguentemente, l'acido acetilsalicilico alle dosi > 100 mg/die e' controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza.
La prolungata assunzione di elevate quantita' di caffeina puo' indurre l 'aborto spontaneo o la nascita prematura.
Il paracetamolo e i salicila ti vengono escreti nel latte materno. Anche la caffeina e' escreta nel latte materno e puo' influenzare lo stato ed il comportamento del bambino. Se, durante l'allattamento, e' necessaria una terapia regolare con dosi piu' elevate di acido acetilsalicilico, si dovrebbe prendere in considerazione lo svezzamento.

Posologia
Adulti: da 1 a 4 compresse al giorno.
L'assunzione per via orale deve avvenire a stomaco pieno.
Non superare le dosi consigliate, in partico lare i pazienti anziani dovrebbero attenersi ai dosaggi minimi soprain dicati.

Interazioni
Il farmaco puo' interagire con anticoagulanti, uricosurici, sulfanilur ee ipoglicemizzanti.
L'impiego pre-operatorio puo' ostacolare l'emosta si intraoperatoria.
L'acido acetilsalicilico, uno dei componenti del f armaco, puo' potenziare l'effetto degli anticoagulanti (p. es. derivat i della cumarina e dell'eparina).
Puo' inoltre aumentare il rischio di effetti collaterali gastrointestinali, quando somministrato contempor aneamente a farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) o a corticos teroidi. L'effetto degli agenti ipoglicemizzanti e la tossicita' del m etotrexato possono risultare aumentati dalla somministrazione concomit ante di acido acetilsalicilico.
Il prodotto puo' diminuire l'effetto natriuretico dello spironolattone e inibire l'effetto degli agenti uric osurici (p. es. probenecid, sulfinpirazone). I pazienti in trattamento con rifampicina, cimetidina, o con farmaci antiepilettici quali glute timmide, fenobarbital, carbamazepina devono usare il paracetamolo con estrema cautela e solo sotto stretto controllo medico.
La somministrazione di paracetamolo puo' interferire con la determinazione della uricemia (mediante il metodo dell'acido fosfotungstico) e con quella della glicemia (mediante il metodo della glucosio-ossidasi-perossidasi).
Farmaci che rallentano lo svuotamento gastrico, come per esempio con la propantelina, riducono la velocita' di assorbimento del paracetamolo e ne ritardano l'insorgenza dell'effetto.
Farmaci invece che accelerano lo svuotamento gastrico, come la metoclopramide, portano ad un aumento della velocita' di assorbimento.
L'associazione del paracetamolo con cloramfenicolo puo' prolungare l'emivita del cloramfenicolo, aumentandone il rischio di tossicita'.
Non e' stato possibile valutare la rile vanza clinica delle interazioni fra paracetamolo e warfarin e con i de rivati della cumarina.
Pertanto, l'uso prolungato di paracetamolo in p azienti in trattamento con anticoagulanti orali e' consigliabile solta nto sotto controllo medico.
L'uso concomitante di paracetamolo e di AZ T (zidovudina) potenzia il rischio di neutropenia indotta da quest'ult imo.
Pertato, si dovrebbe assumere il farmaco insieme ad AZT soltanto sotto controllo del medico. La caffeina puo' antangonizzare l'effetto sedativo di diversi farmaci (es. barbiturici, antistaminici).
Puo' anche aumentare l'effetto di tachicardia provocato da altri medicinali (e s. simpaticomimetici, tiroxina). I contraccettivi orali, la cimetidina e il disulfiram, rallentano il metabolismo della caffeina nel fegato, i barbiturici ed il fumo lo aumentano.
La caffeina riduce la escrezio ne della teofillina.
La somministrazione concomitante di analgesici no n aumenta il rischio che si sviluppi dipendenza.
La somministrazione di antibiotici chinolonici puo' ritardare la eliminazione della caffeina.

Effetti indesiderati
L'acido acetilsalicilico puo' provocare disturbi epigastrici, nausea, vomito, ulcere gastroduodenali e gastrite erosiva che puo' portare a sanguinamento gastrointestinale grave.
Tali effetti sono piu' probabilm ente correlati alle dosi alte sebbene possano manifestarsi anche a basse dosi.
Quando si usano prodotti contenenti acido acetilsalicilico per periodi prolungati, puo' verificarsi anemia da carenza di ferro a ca usa del ripetersi di sanguinamenti nel tratto digerente.
Per la presenza di acido acetilsalicilico possono manifestarsi anche disturbi otove stibolari (ronzii, ecc.), vertigini, fenomeni emorragici (epistassi, g engivorragia, ecc.), prolungamento della gravidanza e del travaglio e riduzione della conta piastrinica. Occasionalmente, possono manifestar si reazioni allergiche (broncocostrizione, reazioni cutanee).
Con l'uso di paracetamolo sono state segnalate reazioni cutanee di vario tipo e gravita' inclusi rari casi di eruzioni cutanee su base allergica e c asi di eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica.
Sono state segnalate reazioni di ipersensibilita' quali ad esempio angioedema, edema alla laringe, shock anafilattico.
Inoltre sono stati segnalati i seguenti effetti indesiderati: trombocitopenia, leu copenia, anemia, agranulocitosi, pancitopenia, alterazioni della funzi onalita' epatica ed epatiti, alterazioni a carico del rene (insufficie nza renale acuta, nefrite interstiziale, ematuria, anuria), reazioni gastrointestinali e vertigini.
In casi di iperdosaggio, per la presenza di paracetamolo, si puo' provocare citolisi epatica, che puo' evolver e verso la necrosi massiva e irreversibile.
La caffeina e' uno stimola nte del SNC e puo' causare agitazione, insonnia, tremore, sintomi disp eptici e tachicardia.
Per la presenza di caffeina, in caso di sovradosaggio, si puo' verificare una sindrome di iperstimolazione con eccitaz ione, insonnia, ronzii, tremore muscolare, nausea, vomito, aumento del la diuresi, tachicardia, extrasistolia, scotoma.
Questa specialita' me dicinale non deve essere utilizzata nei bambini e nei ragazzi di eta' inferiore a sedici anni (vedi controindicazioni); i soggetti di eta' s uperiore ai 70 anni di eta', soprattutto in presenza di terapie concom itanti, devono usare questo medicinale solo dopo aver consultato un me dico.
Dopo tre giorni di impiego alla dose massima o dopo 5-7 giorni d i impiego continuativo senza risultati, consultare il medico.
Se il dolore o la febbre persistono o peggiorano, se si manifestano sintomi nu ovi o se sono presenti arrossamenti o gonfiori, si dovrebbe consultare un medico perche' questi potrebbero essere segni di un aggravamento d ella patologia in atto.
Somministrare con cautela in soggetti con insu fficienza renale od epatica.
Durante il trattamento con paracetamolo p rima di assumere qualsiasi altro farmaco controllare che non contenga lo stesso principio attivo, poiche' se il paracetamolo e' assunto in dosi elevate si possono verificare gravi reazioni avverse.
Inoltre, prima di associare qualsiasi altro farmaco contattare il medico.
Inoltre va consultato il medico da parte di pazienti con deficit della glucosi o-6-fosfato-deidrogenasi, disturbi gastrici o intestinali cronici o ri correnti, o compromessa funzionalita' renale, asma, rinite allergica e polipi nasali, ipersensibilita' ai farmaci antinfiammatori non steroi dei, disfunzione epatica (es. dovuta ad abuso cronico di alcool, epati te), sindrome di Gilbert, donne in stato di gravidanza.
Dosi elevate o prolungate del prodotto possono provocare una epatopatia ad alto rischio ed alterazioni a carico del rene e del sangue anche gravi.
In caso di affezioni virali, quali influenza o varicella, consultare il medico prima di somministrare il prodotto ai ragazzi; se durante il trattam ento compaiono vomito prolungato e profonda sonnolenza, interrompere l a somministrazione.
Sconsigliato l'uso del prodotto se il paziente e' in trattamento con altri antinfiammatori.
Nei rari casi di reazione a llergiche la somministrazione deve essere sospesa.
Medicinale contenente lattosio quindi non e' adatto per i soggetti con deficit di lattasi , galattosemia o sindrome da malassorbimento di glucosio/galattosio.
Neonisidina è un medicinale da utilizzare nel trattamento sintomatico di mal di testa, nevralgie, mal di denti, dolori mestruali, dolori articolari, stati febbrili e sindromi da raffreddamento.

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Riferimenti Specifici